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29.12.2015
Codice della buona accoglienza dei migranti
Il flusso migratorio crescente a cui assistiamo non sono una situazione emergenziale, ma il riflesso di un quadro geopolitico instabile che da anni scuote gran parte dell'Africa e del Medio-Oriente.

Il flusso migratorio crescente a cui assistiamo non sono una situazione emergenziale, ma il riflesso di un quadro geopolitico instabile che da anni scuote gran parte dell'Africa e del Medio-Oriente. Continuare a parlare di emergenza umanitaria significa solo mistificare la realtà. Siamo di fronte ad un esodo epocale, che l'Europa continua a gestire come se fosse una calamità, senza preoccuparsi di sviluppare un ragionamento politico più articolato in grado di agire sulle cause e senza una benché minima programmazione per fare fronte agli interventi immediati.
I recenti avvenimenti di Parigi mostrano quanto sia necessario lavorare sulla integrazione e la coesione come premessa per una convivenza civile e fondata sui diritti. Non possiamo però confondere le questioni connesse alla sicurezza con quelle legate alla accoglienza, non è certamente entro l’esodo di persone in cerca di rifugio che passa l’odio ed il terrorismo.

E’ necessario che la cooperazione sociale e tutto il terzo settore si facciano carico di sollecitare una politica estera nazionale e comunitaria, avanzando alcune richieste da porre alle istituzioni per:

1. l’Attivazione da parte dell'Europa di una risoluzione ONU che prenda in seria considerazione tutta l'instabilità dell'area mediterranea e medio-orientale, non tanto per attivare un'altra guerra inutile e dannosa quanto per avviare tutte quelle iniziative politico-economiche che mettano in salvaguardia le popolazione che oggi subiscono grandi atrocità e vedono nella vicina Europa l'unica via di salvezza.

2. Avendo apprezzato l’ulteriore ampliamento dello SPRAR, riteniamo però la soluzione adottata ancora insufficiente perché non in grado di far fronte ai continui sbarchi che avrebbero bisogno di avere una risposta ordinaria già collaudata quel è appunto quella dello SPRAR

3. L’attivazione di un criterio di ridistribuzione obbligatoria e premiante in tutti i comuni dei migranti con criteri di adeguata proporzionalità

4. la Maggior qualificazione dell'accoglienza dei migranti, con un programma che preveda subito all'approdo l'espletamento delle prime forme di tutela sanitaria e di primo soccorso ed in generale tempi più celeri per la risposta alla domanda di tutela umanitaria o rifugio politico.

5. il Coordinamento dell'azione di accoglienza con un rilancio della cooperazione internazionale, su cui far affluire le necessarie risorse a garanzia di progetti che consentano alle persone di evitare, o quanto meno limitare, il fenomeno migratorio di massa a cui stiamo assistendo.

6. l’investimento, in sinergia con realtà pubbliche e della società civile, in attività di promozione, formazione e comunicazione per ampliare la conoscenza del fenomeno migratorio, la riflessione sulla globalizzazione, il riferimento ai valori umani di accoglienza e rispetto delle dignità delle persone.

7. la rivisitazione degli strumenti giuridici per il fenomeno migratorio, strumenti non più riconducibili soltanto al tema del diritto di asilo e la creazione delle condizioni tese a favorire il completamento del fenomeno migratorio

8. Adozione di linee guida comuni per la gestione degli ingressi nel territorio europeo dei richiedenti protezione internazionale estendendo i programmi di ammissione umanitaria attraverso un effettivo coinvolgimento di tutti i 28 Paesi dell'Unione

9. Ampliamento dei canali umanitari, anche attraverso il rilascio di visti da parte delle ambasciate dei Paesi di transito e origine
10. Revisione del Regolamento di Dublino, volto a facilitare le procedure di ricongiungimento familiare con parenti nell'UE



Accanto a queste richieste verso le istituzioni occorre però un impegno delle cooperative sociali che operano nell’accoglienza ai migranti con l’obiettivo prioritario di costruire percorsi di inclusione sociale, garantendo standard di qualità nell’accoglienza, segnando una distanza netta dalle troppe realtà che hanno trasformato un bisogno in un business.
Accogliere un numero elevato di persone in poco tempo dentro una situazione generale di difficoltà economica diffusa non è un compito facile. Occorre operare sia per offrire adeguati servizi di prima accoglienza ( posto letto, pasti, vestiario etc) sia servizi di tutela (mediazione culturale, orientamento e tutela legale) che servizi per l’integrazione (apprendimento della lingua italiana, esperienze di formazione e/o di tirocinio etc). Accanto allo svolgimento di questi servizi una costante attenzione va rivolta alla comunità locale per consentire un dialogo tra le persone accolte e la cittadinanza al fine di diffondere i valori dell’accoglienza e contrastare pregiudizi e disinformazione.
Nel recente passato alcune cooperative impegnate nella accoglienza sono state coinvolte in illeciti particolarmente gravi ed offensivi per tutta la cooperazione. Le cooperative aderenti affermano con forza che tale modello criminale è antitetico rispetto alla cooperazione. Per trasformare l’accoglienza in un business redditizio occorre mettere al primo posto la volontà di fare utili anche sulla pelle delle persone mentre nella nostra idea di accoglienza le persone ed i loro bisogni sono al centro del sistema.
Per questi motivi riteniamo che la buona accoglienza cooperativa debba avere alcuni tratti distintivi:
1) Essere un percorso che veda una progressiva destinazione verso l’accoglienza nelle abitazioni: passare progressivamente e compatibilmente con il percorso individuale, dall’essere accolti in centri collettivi a percorsi in abitazione, questo all’interno di una visione volta all’effettiva integrazione ed autonomia delle persone accolte
2) la garanzia, in ogni fase dell’accoglienza, di personale socio educativo per almeno due ore ad ospite ogni settimana
3) La garanzia di ospitare i migranti in strutture con caratteristiche e nel rispetto dei parametri della civile abitazione
4) Preveda interventi di:
• garanzia di accesso, con personale qualificato a percorsi di mediazione culturale
• corsi di italiano per un minimo di 8 ore settimanali, il cui coordinamento, progettazione e monitoraggio siano affidati e persone in possesso del titolo DITALS o equivalente
• garanzia di accesso alla tutela legale e orientamento giuridico svolto da persone in possesso di specifiche competenze
• 3 pasti al giorno (nella struttura ovvero erogazione di risorse per l’autopreparazione) con garanzia del rispetto delle tradizioni religiose e culturali nonché delle prescrizioni mediche
• Vestiario: fornitura in ingresso di un kit di accoglienza che rispetti quanto previsto dalle norme SPRAR e adeguato cambio stagionale
• Periodici e adeguati strumenti (o risorse adeguate) per l’acquisto del kit per l’igiene personale
• Corretto ed adeguato accompagnamento alla conoscenza dei servizi del territorio
5) un investimento obbligatorio in formazione professionale o borse lavoro o tirocini per almeno il 10% dei migranti accolti che abbiano una permanenza ed un percorso di accoglienza di almeno 6 mesi
6) Una azione di coinvolgimento dei territori ove avviene l’accoglienza
Il rispetto di questi parametri costituisce elemento di qualità e certezza nella gestione dei percorsi di accoglienza fatti dalle cooperative sociali che hanno a cuore una reale integrazione dei migranti nel tessuto delle comunità locali.
ACILW si impegna a tutelare esclusivamente quelle realtà cooperative aderenti che sottoscrivano la presente carta della buona accoglienza negli eventuali contenziosi che dovessero aprirsi nel prossimo futuro.
ACILW si impegna a chiedere alle stazioni appaltanti vigilanza e criteri di selezione dei soggetti titolati ad offrire accoglienza, che tengano conto dei suddetti criteri

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